Meno latte fresco, boom di prodotti salutistici nel carrello

Dati Assolatte: in Italia è intollerante solo il 4% della popolazione, a comprare il delattosato ben il 46%

Prodotti salutistici: tutti li vogliono!

Complice il pallino degli italiani riguardo la digeribilità e complice la paura della scadenza ravvicinata, ad oggi il latte fresco registra una flessione nei banchi frigo dei punti vendita. Il direttore di Assolatte, Massimo Forino, ha dichiarato: “Negli ultimi cinque anni il fresco ha perso un potenziale di vendita pari a 250 milioni di litri. E i dati di consumo del 2016, -7% rispetto al 2015, confermano il preoccupante calo negli acquisti.

Nel mercato lattiero, l’unico che cresce è il delattosato (+11,8% nel 2016 rispetto all’anno precedente), ed è un trend legato alla moda perché gli italiani intolleranti al lattosio sono stimati attorno al 3%-4%, mentre quelli che acquistano confezioni lattosio-free sono in aumento del 46%”. Una domanda legata al boom dei prodotti salutistici che si registra in tutti i canali di vendita che sta rivoluzionando anche l’offerta di latte italiano. “Il delattosato non è più una produzione di nicchia – ha osservato Forino – avendo raggiunto le 175 mila tonnellate, a fronte di una produzione di latte fresco che nel 2016 è scesa a 575mila tonnellate (-4%), mentre quello a lunga conservazione sfiora le 800mila tonnellate (-5,3%)”.

prodotti salutistici carrello
Resta invece solido il mercato dei formaggi, con gli italiani che, dopo i francesi e i tedeschi, ne sono buoni consumatori: ne mordono 24 Kg pro capite in un anno. Per una produzione, secondo dati Afidop, aumentata complessivamente del 4% tra il 2015 e il 2016 per le 52 produzioni casearie certificate, trainata da Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala Campana che insieme rappresentano l’80% delle Dop prodotte. In questo contesto il boom dei prodotti salutisti si registra in tutti i canali di vendita e sta rivoluzionando anche l’offerta.

Il mercato è in evoluzione

Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano ha detto: “Il mercato è in evoluzione. Noi non possiamo cambiare la ricetta, ma vediamo crescere il biologico con circa 80mila forme sulle 3 milioni prodotte dai 340 caseifici consorziati. Il biologico ora per noi rappresenta il 2%. Sembra poco ma non lo è in una Dop molto grande. E il bio sta crescendo, dando remunerazione ai casari. Una crescita che accompagniamo spiegando ai consumatori più attenti ai fattori healthy che il Parmigiano è senza additivi e costituisce non solo un condimento o in ingrediente naturale ma evita nei piatti il sale aggiunto, il vero nemico della salute”.

Fonte: ansa.it


Potrebbero interessarti anche