Il Moro di Venezia: il panettone di Massimiliano Alajmo

Il Moro di Venezia, il panettone di Massimiliano Alajmo, apre la serie di interviste che abbiamo fatto in occasione della grande festa del Natale. Il panettone è il re delle feste natalizie, il dolce simbolo per eccellenza del Natale. Ed è anche il grande protagonista di queste interviste. Abbiamo chiesto a quattro Chef di fama internazionale e a Maestri Pasticcieri cos’è per loro il panettone. In queste interviste, il grande lievito della tradizione viene interpretato e reinventato da personalità d’eccellenza.

Il Moro di Venezia di Massimiliano Alajmo

“Si tratta di un panettone al cacao e marasche nato per ricerca di contrasto tra dolce, amaro e acido in un’espressione tipica veneziana. Un’espressione inclusiva dove gli ingredienti di origini differenti si integrano e dialogano alla ricerca dell’armonia e della bellezza. La crema abbinata è la nostra Crema Eccezionale a base di cacao e nocciole Siciliane e Piemontesi. Il panettone inoltre presenta in superficie un’insolita glassa di rivestimento a base di pasta frolla tipica milanese, una piccola dedica alla città che ci ospita”.

Massimiliano Alajmo
I panettoni Alajmo racchiudono la passione, la filosofia e l’esperienza di Max e dei suoi chef. La scelta degli abbinamenti deriva da ricerche e continue prove che hanno come comune denominatore l’espressione del Gusto, inteso come elemento di comunicazione della verità degli ingredienti.

Il Moro di Venezia nasce nel laboratorio Mamma Rita a Sarmeola di Rubano e vuole essere un omaggio alla città lagunare, testimone del legame che unisce i fratelli a questa città e al fascino che è in grado di suscitare.

Il Moro di Venezia ALajmoLa ricetta prevede l’utilizzo di ingredienti selezionati come le marasche coltivate sui Colli Euganei dalla storica azienda Luxardo. Segue un processo di lavorazione che li rispetti e non ne provochi alterazioni. Il lievito madre, da cui prendono forma, è stato tramandato dalla signora Rita, mamma di Massimiliano, grande cuoca e pasticciera a cui si deve la prima stella Michelin a Le Calandre.
L’impasto, attraverso una fermentazione a bassa temperatura e ad una lievitazione in due fasi della durata di oltre 24 ore, raggiunge il suo naturale sviluppo risultando estremamente soffice e permettendo ai sapori di esaltarsi in maniera armonica.

Crediti foto: Guglielmo Alati


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