Austerity, il piano d’emergenza del governo con bar e ristoranti chiusi alle 23

Mario Draghi Piano Austerity energiaAusterity: un piano che spaventa

Il nuovo piano d’emergenza allo studio dal governo Draghi fa paura. Già dal nome. Il piano Austerity è stato abbozzato in occasione dell’emergenza energia che stiamo vivendo ed entrerà in atto qualora vi fossero tagli alle forniture del gas. Se da un lato ci sono dei provvedimenti utili a ridimensionare i consumi, dall’altro vi sono delle limitazioni che fanno storcere il naso.

Il piano Austerity è concepito per tappe successive, che verranno “attivate” a seconda di come evolverà la situazione. Si è già iniziato con una campagna di sensibilizzazione verso il risparmio energetico a casa. Solo in caso di bisogno si passerà a vere e proprie disposizioni riguardo riscaldamento, teleriscaldamento ed illuminazione.

Cosa prevede il piano case?

Il piano case riguarda i singoli cittadini. Si parla di abbassare di due gradi la temperatura dei climatizzatori e del teleriscaldamento. Ciò significa impostare massimo a 19 gradi i termosifoni e a 27 gradi i condizionatori, non più sotto). Anche l’orario di accensione sarebbe “controllato” e, per quanto concerne l’illuminazione, si pensa ad un “coprifuoco” la sera. Niente più consumi di energia di notte, in estrema sintesi.

Cosa prevede il piano città?

Il piano città riguarda sia le amministrazioni comunali, sia gli imprenditori titolari di esercizi pubblici.
Ai comuni è chiesto di ridurre l’illuminazione pubblica: funzionerà solo 1 lampione su 2. In casi estremi si pensa ad una chiusura anticipata degli uffici pubblici alle 17.30.
Ma veniamo ora al tasto dolente: anche i negozi (inclusi gli alimentari) dovrebbero chiudere al massimo alle 19; sono escluse solo le farmacie. Bar, ristoranti, pizzerie, pub e discoteche potranno restare aperti solo fino alle 23. Con la mente si torna indietro nel tempo, a quando scattava il coprifuoco alle 22 (dal 6 novembre 2020 al 21 giugno 2021) e tutti dovevano necessariamente rincasare. Anche se per motivi diversi, questo “incubo” potrebbe ripresentarsi. I ristoratori, già messi in crisi dall’aumento delle materie prime e dai costi di gestione, rischiano di subire una nuova mazzata.

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Anche le imprese non vengono risparmiate dalla “riforma energetica” per ridurre i consumi produttivi in maniera selettiva. I più colpiti sarebbero, come riporta “Il Messaggero”, i cosiddetti “interrompibili” del gas, che partecipano volontariamente alle aste invernali a fronte di una remunerazione, e gli “interrompibili” dell’elettricità. In questo caso l’obiettivo è ridurre al massimo gli interventi in modo da arginare gli effetti recessivi sull’economia.

Sono misure drastiche che entrerebbero in vigore nel caso in cui il Paese sia costretto a “tagliare” in fretta parte dei 72 miliardi di metri cubi di gas consumati ogni anno. Se la Russia dovesse decidere di bloccare le forniture energetiche, non saremmo in grado di affrontare l’inverno. Le scorte degli impianti di stoccaggio sono come una goccia in un bicchiere.

Austerity? Risparmiare il 20% di gas russo è possibile

Prima di attivare il piano Austerity, la palla viene passata ai cittadini. Stando ai dati analizzati dal governo Draghi, il 27% dei consumi di gas avviene in casa. Il gas occorre sia per il riscaldamento che, indirettamente, per l’illuminazione di casa (metà dell’elettricità dipende dal metano). Il piano di razionamenti residenziali permette di risparmiare almeno il 20% del gas che arriva ogni anno dalla Russia, pari a 6 miliardi di metri cubi di gas. Questi 6 miliardi di metri cubi risparmiati possono rapidamente diventare molti di più con i tagli agli uffici pubblici e all’illuminazione delle nostre strade.
In questo momento l’Italia può stare abbastanza tranquilla. La Germania, invece, è in una situazione più delicata e si dice pronta a dare il via ai primi razionamenti. Un passo obbligato visto che da oggi al 21 luglio sarà chiuso il gasdotto Nord Stream che porta il gas da Mosca a Berlino con la scusa di alcuni lavori di manutenzione.


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