Le pokerie in Italia: chi guida il mercato?

La distribuzione delle pokerie in Italia

Cross Border Growth Capital segnala la presenza di nove catene principali che dominano il mercato nelle maggiori città (Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli). La poke-mania è esplosa ovunque.

La prima in termini di fatturato, secondo l’analisi, è Poke House che di recente – con il sostegno di Eulero Capital, FG2 e Milano Investment Partners – ha chiuso un round da 20 milioni di euro per finanziare la propria espansione in Europa.

Pokeria by Nima, I love pokè, Matcha Poke sono importanti pokerie che, posizionate nelle principali città, competono su tutto territorio nazionale attraverso un modello di business che prevede sia DOS (Directly Operated Store, negozi di proprietà) che franchising. Tra le altre importanti catene si trovano Pokescuse, Pokestorie e Waikiki Poke. Inoltre, nelle maggiori città italiane sono stati mappati 120 Pokè bar indipendenti e Cross Border Growth Capital stima che la restante parte del territorio italiano, in particolare le città di provincia con una densità abitativa rilevante, sia servita da circa altrettanti Pokè Bar indipendenti, per un totale di 37 ristoranti nel 2021.

Il pokè a Roma e Milano

Analizzando nello specifico il panorama romano e milanese, Cross border Growth Capital segnala in particolare la presenza di due catene: Ami Pokè e Poke House.
A Roma, Ami Pokè detiene il 18% del market share ed è presente con 6 store posizionati in zone strategiche ad alto flusso pedonale. La catena prevede di espandersi in zone limitrofe e su tutto il territorio nazionale nei prossimi anni per aumentare la propria presenza nel mercato. La restante parte del mercato vede le pokerie indipendenti contare per più del 70% del mercato mentre Poke House e pokeria by Nima detengono rispettivamente il 9% e il 3%.

Lo scenario milanese è invece capeggiato da Poke House con il 16% delle quote di mercato presente ad oggi (luglio 2021) con 14 store attivi nella città e, a sua volta, con forti mire espansionistiche all’estero, contando più di 10 store operativi tra Spagna e Portogallo. Il territorio è comunque conteso da altre catene come I love poke e Pokeria by Nima, che detengono rispettivamente il 10% e il 9%, e a seguire, Macha Poke, Pokestore e Pokeaway per un totale di 11%. Le pokerie indipendenti rappresentano il 55% del mercato.

pokerie italia

Le tendenze nel mercato delle pokerie

A dimostrare quanto il mercato delle pokerie sia sempre più in vivace fermento sono anche le molteplici acquisizioni e gli aumenti di capitale verificatisi negli ultimi anni nel settore. Come spiega Cross Border Growth Capital, oltre a Poke House (20 milioni), uno degli ultimi aumenti di capitale più rilevanti è stato quello di I love Poke, per un ammontare di 14 milioni che si è concluso ad aprile 2021.

Nonostante ciò, l’analisi di Cross Border Growth Capital segnala che la maggior parte dell’attività del settore riguarda principalmente transazioni Italia-Estero o straniere. Nel primo caso, l’acquisizione da parte di Poke House del 100% di Ahi Poke (catena di pokerie londinese) per entrare nel mercato del Regno Unito e dell’omonima Poke House portoghese, con sede a Lisbona, per le stesse opportunità di espansione internazionale. Nel secondo caso, l’acquisizione da parte di Vendis Capital di Pokawa nel settembre 2019, la maggiore catena di poke in Francia con sede a Parigi. A livello di aumenti di capitale, si segnalano invece i round di finanziamento di Tasty Poke Bar (Spagna) e Island Poke (UK).


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