Ristoranti: aumenti su materie prime, energia, affitti… quanto si può durare?

Ristoranti: aumenti e inflazione record

I titoli dei giornali di oggi riportano la notizia che a giugno, su dati ISTAT, l’inflazione accelera di nuovo salendo all’8%, un livello che non si registrava dal gennaio del 1986, quando fu dell’8,2%. Il mese precedente, maggio, l’indice dei prezzi si era fermato al 6,8%. Su base mensile l’aumento è dell’1,2%.
Le bollette dell’energia elettrica e del gas sono sempre più care (e fortunatamente l’aumento previsto per luglio non c’è stato). Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, i prezzi dell’elettricità sono aumentati dell’81,3% rispetto al terzo trimestre 2021, mentre quelli del gas raggiungono quota +46%. Come se non bastasse, la crisi idrica rischia di gonfiare anche la bolletta dell’acqua.

La domanda che ci sorge spontanea è una: “Come fa un ristorante a sopravvivere?”.
Aumentare il prezzo dei piatti nel menù pare la soluzione più banale, ma sarà anche la più corretta? Il rischio di allontanare sempre più i clienti dal consumo fuori casa c’è ed è tangibile. Gli aumenti non riguardano solo le imprese, ma anche le famiglie che, dovendo far quadrare i conti, rinunciano sempre più spesso ad un pasto in ristorante o in pizzeria. Meno clienti significano minori introiti e l’utile rischia di non riuscire più a far fronte alle spese fisse e variabili che un locale deve sostenere per poter restare aperto. Avete letto bene: poter restare aperto.

Se non si pagano i dipendenti, ci si ritroverà da soli. Se non si pagano le tasse, la guardia di finanza è pronta ad intervenire. Scegli di non pagare le bollette? C’è il rischio che le utenze vengano staccate. Opti per non pagare i fornitori? Non riceverai più la merce. In questa situazione di “abbandono” da parte delle istituzioni, dopo due anni particolarmente difficili, sempre più imprenditori gettano la spugna.

Un esempio? L’indagine condotta da CNA Agroalimentare nazionale e presentata pochi giorni fa a Napoli Pizza Village, rivela che tra il 2019 e il 2021 le attività inerenti alla pizza sono calate del 4,2%, vale a dire di 5.366 unità, con il record di chiusure in Campania (-41,1%). E questi numeri riguardano solo le pizzerie.

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Ristoranti aumenti record


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