Ristoranti: dove e come fare la spesa

Nicola Masiello - Presidente emerito FISAR

Nicola Masiello - Presidente emerito FISAR

Finita l’estate, in cui ognuno di noi, vuoi per le meritate ferie o per il caldo torrido, è stato piacevolmente impegnato in momenti “fuori casa” che ci ha portato a dimenticare il quotidiano, fatto di impegni lavorativi, orari più o meno flessibili. Torniamo, come regola, alla vita di tutti i giorni e delle solite cose. Sono queste mansioni ed operazioni che rientrano nella normalità.

ristoranti fare la spesa
Fare la spesa

Tra le mansioni c’è anche quella di fare la spesa, sia essa giornaliera o settimanale poco importa, quello che importa è come riempire la dispensa e soprattutto con cosa riempirla. Può sembrare banale ma questa operazione richiede, come minimo, attitudine nel saper acquistare ciò che veramente interessa la gestione del frigo ed attenzione a cosa si compra in quanto, una errata scelta delle derrate alimentari, comporta uno spreco materiale ed economico che, in tempi come questi, non è certo il benvenuto.

Per l’approvvigionamento abbiamo a disposizione diverse tipologia di negozi in cui fare la spesa. Cash&carry, grossisti alimentari, mercati rionali, fornitori specializzati. Ognuno di essi rappresenta un modo di fare acquisti diverso. Sicuramente alcuni fattori che vanno a influire sulla scelta e sulla quantità dei prodotti da acquistare sono i numeri dei posti a sedere o del giro d’affari del locale, la categoria d’appartenenza e ancora i giorni d’apertura, lo stile della cucina che si propone e il menù.

Freschi e surgelati

La catena del freddo, ad esempio, con congelati e surgelati, per le loro caratteristiche di tempi lunghi nella conservazioni, di ottimizzazione nel rapporto prezzo/qualità, con standard produttivi sistemici, buona qualità e velocità di trasformazione attraverso la cottura, è un buon mezzo per raggiungere lo scopo.

Ci sono poi i prodotti freschi, che implicano tempi di lavorazione più lunghi, rispettano la stagionalità ed assicurano un livello qualitativo importante; di contro, però, la loro naturale deperibilità ci obbliga ad acquistare quantità misurate a seconda delle esigenze, con acquisti frequenti e favorendo, indirettamente, la rotazione della nostra “dieta” in modo significativo e con grandi vantaggi a livello salutistico. Sul versante dei costi, questi, saranno leggermente più alti degli altri ma l’aspetto cromatico e gustativo è il parametro che alza la piacevolezza della preparazione, mettendo in secondo piano il costo.

Km 0 e bio

Rimanendo nell’ambito della stagionalità non vanno sottovalutati anche elementi importanti quali il basso impatto ambientale, il km zero e l’aspetto bio. Secondo indagini di mercato e ricerche statistiche questi sono comparti in netta crescita, segno di un cambiamento consapevole nel modo di alimentarsi, un attenzione al nostro domani e soprattutto una presa di coscienza di un mondo, quello” rurale”, che è fonte di sostentamento per tutti ma che soffre ormai da tempo di prezzi bassi, bassa renumerazione, scarsi guadagni a fronte di costi sempre più elevati. Eppure dalle stesse statistiche si deduce che c’è, da parte di molti giovani, un incremento all’interesse per il mondo agricolo, un ritorno al mestiere antico del contadino. Spetta, perciò, a noi con le nostre scelte sollecitare ed incrementare questo trend di crescita che indirettamente favorisce occupazione, integrazione, valorizzazione dell’ambiente ed equità sociale.


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