Ristoranti: i ristori in Europa sono migliori di quelli italiani?

La seconda ondata della pandemia coinvolge la maggior parte dei paesi europei con limitazioni e restrizioni che, da un lato tutelano la nostra salute, ma dall’altro causano un danno economico non indifferente. A seguito dei ritardi e dei malumori riguardanti i ristori messi in atto dal governo italiano, Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – fotografa la situazione europea circa le misure adottate dai paesi per supportare i pubblici esercizi. 

La situazione vede, secondo quando indagato da Fipe, che da novembre 2020 a gennaio 2021 più del 90% dei pubblici esercizi è obbligato alla chiusura, mentre il restante 10% opera con restrizioni orarie.

Ma vediamo nel dettaglio le differenze principali tra i tre paesi europei che hanno adottato misure omogenee: Italia, Francia e Germania.

Locazioni commerciali

Le disposizioni italiane emanate dal governo hanno concesso un “Credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare del canone per i mesi da ottobre a dicembre 2020” con la “Sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili (sfratto) anche a uso non abitativo”. Stessa modalità è stata disposta anche per la prima ondata e quindi per il periodo da marzo a giugno.
La Francia assicura un “Credito d’imposta, pari al 50% dell’ammontare del canone, per il solo mese di novembre 2020“. Invece, la Germania non prevede nessun aiuto per quanto riguarda le locazioni commerciali.

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Sgravi Fiscali

I tre paesi hanno attivato misure a supporto dei pubblici esercizi, valutando priorità diverse. La Germania ha puntato sulla “Riduzione dell’Iva, per i ristoranti, solo sulla sola parte food (no beverage) secondo i seguenti parametri:
– da luglio a dicembre 2020: dal 19% al 5%;
– da gennaio a giugno 2021: dal 19% al 7%“.
In Francia le misure riguardano il “Differimento delle scadenze fiscali” e il “Rinvio o sospensione dei pagamenti mensili dell’imposta sugli immobili (su richiesta)“.
Il Bel Paese ha, invece, fatto scelte diverse: “Esenzione dal pagamento dell’IMU per il secondo semestre 2020“, “La Sospensione del pagamento delle imposte” e “Esenzione dal pagamento di COSAP/TOSAP“.

Prestiti garantiti dallo stato

L’Italia vede “Prestiti garantiti dallo stato secondo i seguenti criteri:
– fino a 30.000 euro garanzia al 100%;
– da 30.000 euro a 800.000 euro garanzia al 90%;
– da 8000.000 euro a 5 milioni di euro garanzia all’80%”.

I francesi possono ottenere “Prestiti con garanzia dal 70% al 90% a seconda del finanziamento. Gli importi dei prestiti sono calcolati in base ai seguenti criteri:
– fino a 10.000 euro per imprese con meno di 10 dipendenti;
– fino a 50.000 euro per imprese fino a 49 dipendenti;
– per le altre imprese i prestiti sono limitati a 3 mesi di fatturato”.

Le disposizione tedesche prevedono: “Prestiti con garanzia dall’80% al 100% a seconda del finanziamento“.

Altri bonus

Il governo italiano ha messo a disposizione dei pubblici esercizi bonus che gli altri paesi europei non hanno considerato. Troviamo quindi “Contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici a parziale compensazione delle perdite registrate nel mese di giugno 2020 sul 2019 fino a un massimo di 150.000 euro” e il contributo per l’acquisto di prodotti alimentari made in Italy: “Fondo Filiera Ristorazione fino a un massimo di 10.000 euro. (contributo a fondo perduto)“.

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Ristori a fondo perduto

Germania, Francia e Italia hanno modalità differenti riguardo questo punto. Nel nostro paese, per più motivi, le misure sono considerate inefficaci e si articolano come segue: “Contributo pari al 20% della perdita di fatturato di aprile 2020 su aprile 2019 moltiplicato per i seguenti coefficienti:
– Bar : 150% (200% nelle aree c.d. “rosse” e “arancioni”)
– Ristoranti: 200%
– Discoteche: 400%”
E il “Contributo pari al 100% di quanto avuto con il ristoro di maggio fino ad un massimo di 150.000 euro“. 

La Germania propone una misura più chiara: “Contributo calcolato sulla base della perdita di fatturato per i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2020 sul mese rispettivo del 2019:

– più del 70%: 90% dei costi fissi;
– compresa tra il 70% e il 50%: 60% dei costi fissi;
– compresa tra il 50% e il 30%: 40% dei costi fissi”.

In alternativa per i soli mesi di novembre e dicembre 2020. Fino al 75% del fatturato del mese di novembre/dicembre 2019“.

Il governo francese, invece, ha trovato una soluzione molto più complessa. Per le imprese obbligate alla chiusura viene erogato:

fino ad un massimo di 333 euro per ogni giorno di chiusura commisurato alla perdita di fatturato (escluso il fatturato da take away e delivery) – settembre e ottobre 2020;
– fino ad un massimo di 10.000 euro commisurato alla perdita di fatturato (escluso fatturato da take away e delivery) – novembre 2020;
– contributo fino a 10.000 euro o in alternativa compensazione 20% fatturato di dicembre 2019 o mensile medio del 2019 fino a un massimo di 200.000 euro – dicembre 2020″.

Per le “Imprese situate nelle zone soggette a coprifuoco notturno (Ottobre 2020) fino a 10.000 euro in relazione alla perdita di fatturato comunque superiore al 50%” e per i pubblici esercizi “al di fuori delle zone soggette a coprifuoco notturno (Ottobre 2020):

– fino a 1.500 euro per perdita di fatturato tra il 50% e il 70%;
– fino a 10.000 euro e comunque nel limite del 60% del fatturato mensile del 2019 per perdite superiori al 70%”.

Cassa integrazione e previdenza

I tre paesi hanno adottato una linea comune: prevedono la cassa integrazione, ma con alcune differenze legate alla previdenza sociale. Francia prevede “Esenzione e differimento del pagamento dei contributi previdenziali“, invece il governo italiano ha confermato “Sospensione ed esenzione del pagamento dei contributi previdenziali”. La Germania, invece, ha deciso di rimborsare le prestazioni rispetto alle modalità attivate dagli altri due paesi europei. 

 
Fonte: Fipe


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