La ristorazione in Italia
Secondo le stime dell’ufficio studi di Fipe, nel nostro Paese il 2016 è stato caratterizzato da un lato dal calo dei consumi alimentari domestici (-0,1%), dall’altro l’incremento di quelli fuori casa (+1,1%).
L’aumento risulta peraltro ben rilevato dallo stesso Indicatore dei Consumi Fuori Casa (ICEO) che sale al 41,8% dal 41,6% del 2015.
Fipe conferma, inoltre, il trend che vede un’Italia in controtendenza rispetto al resto d’Europa: dove i consumi alimentari fuori casa hanno registrato una significativa contrazione. I consumi alimentari dell’Europa nel suo complesso valgono 1.541 miliardi di euro suddivisi tra il 64,2% nel canale domestico e per il 35,8% nella ristorazione, con differenze notevoli tra i Paesi. Per esempio la Germania, dove i consumi alimentari nella ristorazione rappresentano meno del 30% del totale, il Regno Unito (47%), la Spagna (52%) e l’Irlanda (57%). In Europa tra il 2007 ed il 2015 si è registrata una flessione dei consumi pari a circa 22 miliardi di euro, nel nostro Paese però la contrazione degli alimentari ha riguardato quasi esclusivamente il canale domestico, a differenza di quanto successo ad esempio in Spagna (-14,3 miliardi di euro) o nel Regno Unito (-7 miliardi di euro).
39 milioni di italiani hanno cenato in ristorante
Nel 2016 ben 39 milioni di italiani hanno consumato pasti fuori casa, nel dettaglio:
• 13 milioni di heavy consumer, coloro che consumano 4-5 pasti fuori casa a settimana. Per lo più uomini (53,9%) di età compresa tra i 35 e i 44 anni (23,7%) e residenti al Nord Ovest (29,5%) in centri abitati tra i 5.000 e i 40.000 abitanti (36,8%).
• 9 milioni di average consumer, quelli che consumano almeno 2-3 pasti fuori casa a settimana. In prevalenza uomini (51,7%), residenti in Centro Italia (29,1%) in centri abitati tra i 5.000 e i 40.000 abitanti (37,9%).
Infine:
• 17 milioni di low consumer, che consumano pasti fuori casa 2-3 volte al mese. Sono in prevalenza donne (54,8%), di età superiore ai 64 anni, residenti nelle regioni del Nord Italia, in centri abitati tra i 5.000 e i 40.000 abitanti (40,1%).
Fonte: Fipe