Buoni pasto: tetto alle commissioni al 5%, una svolta per la ristorazione Introduzione

Luca Corrado Bianca

Luca Corrado Bianca

buoni pasto Assoturismo

Dal 1° settembre 2025 entrerà in vigore una misura attesa da anni: il tetto massimo del 5% sulle commissioni dei buoni pasto. Un cambiamento che promette di generare risparmi complessivi per gli imprenditori fino a 400 milioni di euro l’anno. Una vera svolta per la ristorazione e per l’intero sistema di distribuzione organizzata.

Buoni pasto: un sistema a lungo criticato

Per anni, il sistema dei buoni pasto è stato oggetto di forti critiche da parte delle Associazioni datoriali, dalle imprese della somministrazione e della distribuzione organizzata.
Le proteste denunciate da Assoturismo e FIEPeT in primis, vertevano principalmente sulle commissioni elevate imposte dagli emettitori, spesso superiori al 15%; molte problematiche si sono verificate anche in relazione a fallimenti di operatori importanti che hanno lasciato migliaia di imprese con crediti non riscossi; insomma, fino ad oggi il sistema dei buoni pasto è sempre stato a forte rischio di abbandono da parte degli esercenti a causa dell’insostenibilità economica.

L’impegno di Confesercenti e delle associazioni di categoriaBuoni pasto confesercenti

L’azione sindacale e politica sostenuta negli anni da Confesercenti ha promosso una serie di iniziative incisive attraverso tavoli unitari con altre associazioni del commercio e della ristorazione (Fipe, Coop, Conad, Federdistribuzione, Fida) per una riforma condivisa; inoltre abbiamo sostenuto giornate di mobilitazione come quella del 15 giugno 2022, in cui gli esercenti hanno rifiutato i buoni pasto per protesta; infine abbiamo organizzato conferenze stampa e realizzato manifesti per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.
Tutta questa attività sindacale ha garantito una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate ai buoni pasto e ha spinto le istituzioni verso un tentativo di regolamentazione delle commissioni.

La nuova legge sul tetto alle commissioni

Dal 1° settembre 2025 entrerà in vigore una misura attesa da tempo dagli operatori della ristorazione: il tetto massimo del 5% sulle commissioni applicate dagli emettitori di buoni pasto agli esercizi convenzionati (ristoranti, supermercati, bar, ecc.).
Una novità che promette di rivoluzionare il settore, portando benefici concreti sia agli esercenti che ai consumatori salvaguardando il valore reale del buono pasto.
La svolta normativa è stata sancita dalla Legge annuale per il mercato e la concorrenza, approvata il 12 dicembre 2024, che estende l’applicazione dell’art. 131, comma 5, lettera c) del nuovo Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 36/2023) anche agli accordi stipulati nel settore privato.
In precedenza, il tetto del 5% era previsto solo per le gare pubbliche relative al servizio sostitutivo di mensa aziendale.La nuova disposizione impone che il corrispettivo richiesto agli esercenti non superi il 5% del valore nominale del buono pasto anche agli accordi stipulati nel settore privato. Le clausole contrattuali contrarie a tale limite sono dichiarate nulle e sostituite di diritto.
Per gli esercenti, la misura rappresenta un cambiamento rilevante, dal momento che bar, ristoranti e pubblici esercizi hanno sostenuto per anni costi elevati per l’accettazione dei buoni pasto.

Risparmi fino a 400 milioni di euro l’anno

Secondo stime elaborate da FIEPET Confesercenti, il risparmio complessivo per gli imprenditori potrebbe arrivare fino a 400 milioni di euro l’anno.
Il tetto alle commissioni rappresenta una risposta concreta alle richieste avanzate da FIEPET, che ha denunciato a lungo le distorsioni di un sistema che penalizzava gli esercenti, riducendo i margini e ostacolando la diffusione dei buoni pasto come strumento di welfare aziendale.
La norma prevede un’applicazione graduale:
• Immediata per gli esercenti che, alla data di entrata in vigore della legge, non sono vincolati da alcun accordo con imprese emettenti.
• Dal 1° settembre 2025 per gli accordi già in essere, con una deroga fino al 31 dicembre 2025 per i buoni pasto emessi prima di tale data.

Opportunità e nuove sfide per la ristorazione

Se da un lato la misura rappresenta un passo avanti verso una maggiore equità, dall’altro permane la necessità di continuare a vigilare.
È fondamentale evitare che le società emittenti modifichino unilateralmente le convenzioni, con possibili ricadute negative su aspetti quali, ad esempio, i termini di pagamento.
Allo stesso tempo, la riduzione dei costi di esercizio sarà sicuramente da incentivo ad una più ampia accettazione dei buoni pasto, generando un circolo virtuoso che rafforzerà l’intera filiera.
In questo contesto, la FIEPET Confesercenti ha proposto di innalzare il tetto di esenzione fiscale fino a 10 euro, rendendo i ticket ancora più convenienti per imprese e consumatori.
In conclusione, il tetto alle commissioni sui buoni pasto segna una svolta per il settore della ristorazione, ponendo fine a una lunga stagione di squilibri.
Ora la sfida è garantire una corretta applicazione della norma e cogliere le opportunità che essa offre per rilanciare il servizio sostitutivo di mensa come leva di benessere e produttività.


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