Cantine Santa Barbara: i vini del Salento dall’impronta inconfondibile

I vini del Salento

Credo a nessuno, compresi gli osservatori più distratti, sarà sfuggita l’evidenza che il Salento, al di là della rinomanza turistica per cui è famoso e giustamente ambìto in tutto il mondo, è anche territorio prediletto per alcune delle interpretazioni vinicole più riuscite del nostro panorama enoico. Storicamente si tratta di una terra dalla tradizione vitivinicola millenaria, anzi, di una delle vere e proprie culle del vino, già al centro, per via della strategica posizione, quasi al centro del Mediterraneo – ma anche per la straordinaria vocazione delle sue terre – di traffici vinicoli risalenti all’età classica.

Il Salento, all’interno del panorama vitivinicolo pugliese, è peraltro la sede di un piccolo microclima caratterizzato ovviamente da temperature elevate, ma rinfrescato e “sanificato” dalle brezze del mare e coronato, nella sua zona meridionale, dalle famose “serre salentine”, piccoli rilievi capaci di generare, anche a causa dei sottosuoli peculiari, vini dall’impronta inconfondibile.

Argille, calcari, una mineralità comunque spiccata, ma soprattutto la cura assoluta dedicata ai vitigni territoriali, tra i quali ovviamente primeggia l’universalmente famoso Negramaro, spesso coltivato alla maniera tradizionale, ovverosia l’alberello o la spalliera, ne fanno un regno incontrastato (ma non esclusivo) delle uve a bacca nera, con la preziosa eccezione della Malvasia Bianca.

Vitigni salento Cantine Santa Barbara Luca Gardini sommelier

Cantine Santa Barbara

San Pietro Vernotico, provincia di Brindisi, cuore pulsante di Cantine Santa Barbara, di cui vi parlo oggi, è una delle gemme più fulgenti della new wave della viticoltura salentina. Collocata vicino al punto dove termina il “tacco” della nostra bellissima Penisola, la famiglia Giorgiani, tre generazioni di viticultori dedicati al culto dei territoriali, si sono occupati, soprattutto grazie all’opera di Pietro, ora coadiuvato dalle figlie Maria Rosaria e Marcella, di perpetuare la tradizione della coltivazione della vite e, ancora, il culto dei territoriali, con alcune ragguardevoli variazioni sul tema degli internazionali, tra cui spiccano uno (anzi, due) magnifici Sauvignon Blanc in purezza.

Negroamaro, quindi, Primitivo, Malvasia nera, uno splendido Susumaniello, che tradisce un raffinato amore proprio nella cura di realizzazione, ma anche rosati di classe e una mano di vinificazione di grande pulizia e finezza.

Vini Cantine Santa Barbara Salento San Pietro VernoticoEcco per voi la mia selezione delle degustazioni migliori di una linea di vini caratterizzati comunque dall’eccellente qualità media.

Salento IGP Rosso Barbaglio 2016

Blend di 80% Negroamaro e 20% Primitivo allevati ad alberello, ha naso di prugne selvatiche, evidenzia tocchi di timo, una nota di frutta secca tostata sullo sfondo, mentre alla bocca è compatto e di spessore, croccante, e chiude con un ritorno officinale/fruttato.

Salento IGP Ursa Major Rosso 2018

In questo caso blend a proporzioni invertite, 20% Negroamaro e 80% Primitivo da vendemmia lievemente ritardata e affinamento in barrique per 10-12 mesi. More e mirtilli al naso, tocchi di maggiorana, finale con sensazioni di noce moscata. Bocca con tannini iodati, succosa, persistente, finale con ritorno dei piccoli frutti neri.

Salento IGT Susumaniello Capirussu 2019

Un Susumaniello spettacolare, che rende giustizia al recupero della tipologia, vinificato e affinato in solo inox. Naso intenso, note di marmellata di ribes nero, tocchi di sottobosco, bella iodatura finale con sentori di rabarbaro, la bocca è tesa e succosa, bella spalla acida, eccellente croccantezza fruttata, aftertaste con ritorno del sottobosco.

Salento IGP Ursa Major Bianco 2019

Un esempio di come un vitigno internazionale, il Sauvignon Blanc, possa attecchire in terra salentina in una lettura di assoluta originalità. Fermentazione in inox, affinamento in barrique, un vino dal naso di nettarina, con tocchi di maggiorana e macchia mediterranea, bocca tesa, salmastra, con ritorno fruttato e officinale e chiusura di bella persistenza.

Primitivo di Manduria DOC 2017

Anche nella versione in purezza, eccellente pulizia di vinificazione, con il beneficio di una materia prima di impeccabile qualità. Marmellata di lampone, tocchi di foglia di pepe fresca, finale con bella iodatura. Bocca tesa e densa, bella compattezza, eccellente estratto e tannini iodati. Chiusura con tensione acido-fruttata.


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