Oltre 2.000 imprenditori italiani puntano sul cibo di strada

Le tendenze: tradizioni regionali, ingredienti tipici, bio e veg

Cibo di strada: più che una tendenza!

Ormai è confermato: il cibo di strada non è più solo una tendenza emergente, ma una solida realtà economica, alla quale sempre più imprenditori guardano con interesse. Ad oggi consumano street food 3 italiani su 4. Gambero Rosso ha pubblicato una guida dedicata. Nel nostro Paese spopolano decine e decine di festival a tema. E ora la moda si è trasformata in occasione di sviluppo: solo lo scorso anno sono cresciute del 13% le imprese italiane della ristorazione on the road. Hanno superato quota 2.200 e si concentrano in Lombardia, Puglia e Lazio secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Unioncamere.

A Sigep era presente anche Sara Pratesi, anima di StreetFoody, un progetto innovativo dedicato ai food trucker italiani, ed esperta di un settore che comincia a vedere proposte sempre più diversificate e strutturate in cui per emergere non si può lasciare nulla al caso. “Il cibo di strada è un business che attira tanti imprenditori perché con un investimento contenuto si aprono grandi opportunità. Per iniziare può bastare anche un piccolo Ape Car e l’attività comporta costi molto ridotti rispetto ai ristoranti tradizionali. Ma non ci si può improvvisare: la concorrenza è spietata e il pubblico è esigente”.

“Le tradizioni regionali italiane sono e saranno sempre apprezzate dal pubblico” spiega Sara Pratesi. “Puntare su ingredienti e piatti tipici, espressione autentica di un territorio, è sempre un’ottima mossa di partenza. La proposta può essere anche semplice, ma la parola d’ordine dev’essere qualità: se non si valorizzano le eccellenze del Made in Italy, i clienti non perdonano”.

Cibo di strada street food imprenditori

Cosa scelgono gli italiani?

Spopolano quindi le mille declinazioni del cibo di strada all’italiana, in particolare per quanto riguarda i fritti, le focacce, i panini imbottiti. E chi vuole puntare, invece, sulla creatività? L’innovazione può sposarsi molto bene con la tradizione. Ci sono alcuni filoni che si prestano bene a portare novità anche nelle ricette tipiche: cucina vegetariana, vegana e anche gluten free, per posizionarsi su nicchie di mercato sempre più importanti”.

Le possibilità, insomma, sono tantissime per gli aspiranti food trucker italiani. Ma il percorso per arrivare a proporle nelle strade e nelle piazze è lungo. Bisogna scegliere il tipo di operatività più adatto, come itinerante, giardini, piazze… Poi occorre individuare le opportunità più interessanti: dalle fiere, alle manifestazioni di piazza, agli eventi privati come cerimonie o feste. Infine si passa all’allestimento vero e proprio del mezzo, che sarà il protagonista del nuovo business.


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