Cala il consumo di bevande nel 2020: -8,4% rispetto all’anno precedente

Il Covid ha colpito in maniera diretta tutto il mondo Ho.Re.Ca. (34,4 miliardi di euro di perdite) e il relativo indotto. Ecco che anche le bevande, complice il calo del numero dei turisti (-52%) e delle consumazioni fuori casa (-35%), ha registrato una flessione. Secondo quanto emerge dai dati di una recente ricerca Nomisma per Assobibe, i consumi di bevande nel 2020 sono calati complessivamente dell’8,4%. I valori, tra bevande analcoliche e alcoliche sono pressoché identici: -8,4% per le prime; -8,3% per le seconde. Le ripercussioni, su un settore che nel nostro Paese conta 3.300 aziende, sono inevitabili.

Giangiacomo Pierini

Le parole del Presidente Assobibe

“Nonostante gli effetti della pandemia, le imprese hanno continuato ad investire sul futuro, in innovazione di prodotto e di processo, rimboccandosi le maniche e collaborando con la filiera, dal campo al consumatore” dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe.

“Ci sono stati ostacoli nuovi, alcuni imprevisti – continua Pierini – ma questo è un settore che vuole e può rialzarsi, a patto di essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Le aziende che oggi abbiamo riunito condividono criticità e obiettivi, e vogliono solo avere modo di lavorare al rilancio del mercato senza nuove tasse sul comparto alimentare. Il Governo sostenga, non penalizzi, i consumi”.

Assobibe consumi bevande italia 2020 covid

Preoccupazioni condivise da tutti

Le preoccupazioni emerse durante l’assemblea generale Assobibe sono condivise anche da FIPE e Italgrob che fanno eco alle categorie di produttori ribadendo l’importanza di fare squadra per un mercato così fondamentale per l’economia del Paese: dopo tanti mesi difficili, la ripartenza, non priva di problemi, deve essere caratterizzata da grande attenzione alla sicurezza, da interventi strutturali che agevolino l’incontro di domanda e offerta di lavoro per contrastare il fenomeno della dispersione di professionalità cui si è assistito durante la pandemia, e da un progetto strategico in cui anche lo Stato faccia concretamente la sua parte tenendo in conto l’importanza di questo canale, per i valori che esprime e i livelli occupazionali che garantisce: un asset strategico poco sostenuto, anzi tassato.

Le considerazioni finali di Giangiacomo Pierini

Cola“Ci aspettiamo molto dai prossimi mesi, complici la stagione estiva e gli effetti della campagna vaccinale che porteranno a un ritorno, seppur graduale e cauto, alla normalità. Sono ancora troppe le variabili sul futuro, in uno scenario macroeconomico incerto e sul quale incombe il rischio di un calo della propensione alla spesa nel caso si andasse verso un aumento della fiscalità e della tassazione. Ad oggi, grazie al fondamentale supporto della filiera e dei sindacati, siamo riusciti a scongiurare un pericolo che costerà alle imprese 320 milioni all’anno, secondo le stime MEF” conclude Giangiacomo Pierini.
“Le aziende che costituiscono il comparto del beverage hanno bisogno di misure che espandano il mercato, non di nuove tasse che le penalizzino. Chiediamo alla politica certezze, di metterci in condizione di poter immaginare e progettare un futuro. Vogliamo lavorare a strategie condivise per la ripartenza, se ci vengono tolte le risorse per poterlo fare ci viene tolto l’ossigeno”.


Potrebbero interessarti anche