E se ci richiudono? Sulla paura e l’incertezza del futuro

Ogni minuto della mia giornata, da quando mi sveglio a quando mi addormento, mi confronto con ristoratori o con operatori del settore ristorazione. Parlo con imprenditori con decine di locali e con ristoratori indipendenti con una sola location.
E in ognuna di quelle conversazioni, quando si tratta di investire, di fare aperture, di crescere e di andare avanti, aleggia (giustamente) il fantasma dell’incertezza: “E se ci chiudono di nuovo? Se i contagi aumentano come l’anno scorso? Io prima di investire, comprare, acquistare o anche solo pensare al futuro ho bisogno di certezze, di sicurezze, devo pianificare…”

Da un lato lo capisco, e non nascondo che sono tutte ipotesi di cui dobbiamo tenere conto. Fa bene domandarsi “E se…?” in continuazione e pianificare cosa fare se succedesse quella ipotesi.
Dall’altro lato, però, dobbiamo renderci conto che stiamo vivendo una nuova normalità. Il futuro è SEMPRE INCERTO. Per definizione!
Quindi, con l’incertezza, con il rischio, con la paura del domani e di un altro lockdown, occorre imparare a convivere. Anzi, occorre imparare a PROSPERARE in questo scenario.

e se ci richiudono covid

Trovo molto improbabile ascoltare in televisione o radio un comunicato a reti unificate da parte del Presidente Mario Draghi: “Cari concittadini, ho il piacere di concludere qua l’esperienza Covid-19. Ce lo siamo lasciati definitivamente alle spalle, è quindi impossibile che attueremo un nuovo lockdown o altre restrizioni. Buona giornata e buona ripartenza!”
Alquanto improbabile. Quindi da imprenditori, dobbiamo comportarci come tali e assumerci il rischio. Nel nostro piccolo, tutti noi siamo andati avanti e non siamo stati fermi un attimo. Nonostante tutto e tutti.

Insomma, non voglio passare per l’eccessivo entusiasta, non lo sono, ma il momento di fare le cose è ADESSO, non quando ce lo diranno a reti unificate.

Rischiamo di aspettare il “permesso” da parte di qualcuno che non arriverà mai. Basta guardare le cose in prospettiva per renderci conto che è davvero così: sono passati praticamente 20 mesi dal “Giorno 0” di inizio pandemia, era fine Febbraio 2020. Oggi stiamo avvicinandoci velocemente alla fine del 2021. La vita è andata avanti, così come le nostre aziende.
Con la consapevolezza di oggi, cosa avremmo fatto 20 mesi fa? Cosa avremmo fatto con il senno del poi?
Secondo il mio parere è giunto il momento di fare, adesso, tutto quanto non abbiamo fatto nei mesi precedenti. Non subiamo le circostanze, dedichiamoci a ciò che sappiamo fare meglio: fare. E costruire.


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