La Bretagna e il fascino di Saint-Malo, Dinan e Dinard

Leonardo Felician

La Bretagna ha sempre esercitato un grande fascino sui turisti italiani. Un po’ per la posizione, protesa come un braccio nell’Atlantico, un po’ per la sua lontananza rispetto alle altre regioni francesi prossime all’Italia, un po’ per la sua fiera indipendenza e la sua storia e, naturalmente, molto per la bellezza ineguagliabile della costa.
Un litorale frastagliatissimo lungo 2700 chilometri, punteggiato da fari su alte falesie a strapiombo sulle acque impetuose del mare. La regione è grande, le attrattive sono tante e un viaggio in Bretagna va pianificato e scelto con cura.

Dinan

Limitandosi alla parte più orientale, vicino alla meraviglia di Le Mont-Saint-Michel al confine con la Normandia – uno dei monumenti più visitati di Francia – l’itinerario si sviluppa intorno al fiume Rance e al suo estuario.
Non solo per la tranquilla navigazione in canoa, riservata a chi ha velleità sportive, ma per tre città che calamitano flussi di turisti francesi e stranieri diretti in Bretagna.

Un po’ all’interno, proprio all’inizio del lungo estuario, Dinan è un borgo dall’impronta medievale circondato da quasi tre chilometri di bastioni, con un castello del XIV secolo alto sul fiume.
In basso, il porticciolo turistico è un buon punto di partenza per piacevoli gite lungo l’estuario, mentre in alto il centro storico conserva una grande quantità di notevoli case a graticcio. Sul mare, sulla riva occidentale dell’estuario, si trova Dinard, stazione di villeggiatura della Costa Smeraldo sviluppata a fine ‘800 con l’arrivo del primo turismo, soprattutto formato da inglesi che costruirono le prime ville sulla costa.

Dinan, Fiume Rance dai bastioni
Fiume Rance dai bastioni. Crediti: Cynthia Beccari

Dinard

Nel 1880 Dinard divenne una delle più importanti località balneari in Francia e per questo fu chiamata la Nizza del Nord, con i primi stabilimenti balneari e alcuni grandi alberghi dall’architettura Art Nouveau sulla spiaggia. Da Dinard, la veduta su Saint-Malo all’estremità orientale della foce della Rance è da cartolina. Transitando sul Barrage de la Rance, il lungo ponte che collega le due sponde del fiume, si nota appena l’ingresso della centrale elettrica EDF che in un interessante spazio espositivo illustra la produzione di energia elettrica generata dalle maree, una tecnologia praticamente unica in Europa. A pochi chilometri dalla foce del fiume, Saint-Suliac è un pittoresco paesino di origine antica, borgo di marinai dediti alla pesca atlantica con casette in pietra, un bel lungofiume e una vecchia chiesa.

Dinard vista su Saint-Malo
Vista su Saint-Malo. Crediti: Cynthia Beccari

Saint-Malo

Infine Saint-Malo, la città corsara patria di numerosi navigatori, è la destinazione finale del viaggio. Difficile non restare affascinati dalla sua posizione: i bastioni liberamente visitabili, costruiti tra il 1708 e il 1742 su disegno dell’architetto Vauban, sono posati sui grandi roccioni che fanno da base alla città vecchia (chiamata, perciò, Intra-Muros) ricca di negozietti per lo shopping, bar, ristoranti e la cattedrale gotica di San Vincenzo.
Con la bassa marea al largo si vedono due isolette, chiamate Grand Bé e Petit Bé. La prima diventa una penisola quando la marea si abbassa e la si può raggiungere a piedi: su di essa si trova la tomba del grande scrittore francese François-René de Chateaubriand nativo del luogo.

Saint-Malo
Spiaggia di Saint-Malo. Crediti: Cynthia Beccari

Sull’isoletta più lontana è stato costruito un forte nel XVII secolo per difendere la città. Sono proprio le maree lo spettacolo che più affascina i turisti a Saint-Malo. La passeggiata sulla Grand Plage du Sillon è lunga tre chilometri e due volte al giorno cambia completamente aspetto, con l’acqua che si alza e si abbassa di una decina di metri permettendo di passeggiare sulla sabbia del fondale marino e di raggiungere a marea bassa il Fort National, monumento storico costruito nel 1689 che si può visitare per rivivere più di tre secoli di storia di vita militare alla difesa del porto.

Dol de Bretagne, Saint-Malo, Catédraloscope

Cosa si può fare Saint-Malo?

Tante attività all’aria aperta: golf, equitazione, tennis, paddle. E naturalmente sul mare: gite in catamarano o in barca vela. Nuoto, windsurf, kajak, kitesurf, pesca.E ancora: le visite a una fregata corsara attaccata sul porto interno, alla dimora di una famiglia di armatori costruita tra il XVII e XVIII secolo. Ma anche alla torre medioevale Solidor, al castello dei duchi di Bretagna… E alle mura del primo insediamento gallo-romano sul promontorio di Alet, dove si trova anche il Memoriale del 1939-45.
E poi si possono fare numerose escursioni, tra cui la vicina Cancale, porticciolo noto per la sua coltivazione di ostriche della qualità più pregiata che vengono vendute anche in banchetti e baracchini sulla spiaggia.

Dol-de-Bretagne, infine, è un paesino appena all’interno, a pochi chilometri dal mare, con una lunga storia e una splendida cattedrale. Accanto si può visitare il museo Cathédraloscope, ben documentato e ricco di modelli che illustra le tecniche costruttive delle cattedrali romaniche e gotiche di Francia.
Dol de Bretagne. Crediti: Cynthia Beccari

Dove si può mangiare a Saint-Malo?

Per mangiare a Saint-Malo, a pochi passi dalla grande spiaggia di sabbia dorata, c’è un ristorante dal nome curioso, aperto a pranzo e cena da mercoledì a domenica. Si chiama “Coda a Coda”, un modo di dire come “testa a testa” in italiano. Una sola stanza di arredo moderno, con un grande bancone del bar e cucina a vista, con circa 45 coperti.

Preceduto da uno stuzzicante saluto della cucina, il menù si compone di solo quattro scelte per ogni portata, scritte con il gessetto su una lavagna di ardesia.
Sono però portate inusuali, come gazpacho di melone con vinegrette al balsamico bianco, carpaccio di astice con guacamole, tataki di tonno con carote allo zenzero, tutte fortemente caratterizzate dall’inventiva del talentuoso chef Nicolas Bourdon, autodidatta, che ha cominciato nel ristorante di famiglia non molto lontano.

Prima di prendere la responsabilità del “Coude à Coude”, dopo tre anni di lavoro e di crescita professionale, ha imparato la tecnica e la presentazione dei grandi piatti da Alain Ducasse prima di trasferirsi in Costa Azzurra come chef de partie nel ristorante stellato “Le Saint-Martin di Vence”.


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