Stefano Zanette: “Nel Prosecco vietati Glyfosate, Folpet, Mancozeb per la vendemmia 2018”

A dirlo il consorzio di tutela della denominazione di origine controllata del Prosecco

Il commento Stefano Zanette

Abbiamo piantato il primo chiodo e da qui non si torna indietro, ma la vetta è ambiziosa. Il percorso verso la sostenibilità totale è lungo, dobbiamo pianificare bene le mosse successive”. Sono queste le parole con cui esordisce il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette. L’intervento è arrivato dopo l’esito positivo dell’Assemblea ordinaria dei Soci che ha visto approvati tutti i punti all’ordine del giorno, anche quelli meno scontati.

Le novità riguardanti il Prosecco

L’Assemblea dei Soci ha infatti deciso di votare a favore dell’eliminazione di Glifosate, Mancozeb e Folpet a partire dalla campagna viticola 2018. Il provvedimento, senza precedenti, diventerà cogente (quindi obbligatorio) per tutti i produttori che vogliano vedersi garantita la possibilità di produrre Prosecco Doc.

Già dall’anno in corso, il mondo della produzione è invitato ad attenersi a queste norme, come suggerisce il Vademecum (le linee guida alle quali i produttori di Prosecco DOC posso aderire volontariamente) che il Consorzio Prosecco Doc presenterà, fresco di stampa, al prossimo Vinitaly, in modo da prendere confidenza da subito con i nuovi orientamenti.
Questo primo passo concreto verso la certificazione di sistema, annunciato solo un mese fa nel corso di una conferenza stampa che ha fatto molto discutere, è la conferma della grande determinazione con la quale il Consorzio sta procedendo verso la sostenibilità più spinta che includa cioè non solo pratiche agricole rispettose di acqua, aria e suolo, ma anche la sostenibilità economica e sociale.

La certificazione di sostenibilità per la Denominazione

“L’anno che abbiamo davanti – spiega Stefano Zanette – è il tempo necessario a consentirci di adottare, con ampio coinvolgimento della filiera, le soluzioni più idonee al raggiungimento di un obiettivo ancor più ambizioso: una certificazione di sostenibilità per l’intera Denominazione.
Come ho avuto modo di spiegare ai nostri soci, questa è una scelta che potremmo definire di ‘responsabilità sociale’. Ciò non ha nulla a che vedere con le valutazioni scientifiche, di competenza d’altri enti. La scienza c’è invece stata di conforto nell’assicurare che, anche senza queste sostanze, è possibile fare una viticoltura di qualità!”

“Sono convinto – ha continuato il presidente – che al di là dei timori espressi da alcuni Soci, saremo in grado di dimostrare la maturità e la dinamicità della nostra Denominazione. Così facendo comproviamo di non guardare solo al profitto ma di essere in grado di interpretare in modo responsabile le attese dei consumatori e delle comunità residenti nei nostri territori. Mi appello ora al senso di responsabilità di ciascuno – ha concluso Zanette – per portare avanti con successo il salto culturale che abbiamo deciso di compiere. È un passaggio difficile. Io per primo ho voluto sperimentare nella mia azienda in modo da sapere con chiarezza ciò che vi avrei chiesto di fare”.

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