Stop alla tassazione sulle mance: la misura in partenza dal 2023

In Italia, la mancia è una parte importante dello stipendio dei camerieri e dei bartender. Spesso, però, i clienti non sanno quanto sia giusto dare.  In ogni caso, è importante considerare anche il contesto: se si è in un ristorante di lusso, la mancia sarà più alta rispetto a un bar o a un pub. Ma a fare i conti con le laute (si spera) mance, sono le tasse. Recentemente dal ministro Santanché è arrivata una proposta per ridurre le tasse sulle mance ai camerieri. A cogliere la palla al balzo è Gabriele Bianchi, influencer dell’accoglienza.

La tassazione sulle mance proposta dal Ministro del Turismo

La proposta arriva dalla ministra del Turismo Daniela Santanché con l’obiettivo di trovare personale per il turismo e la ristorazione, che stanno ancora soffrendo la mancanza di personale. E tagliare le tasse sulle mance sembra essere il modo più attrattivo (e conveniente). La norma è stata inserita nel testo approvato dal Consiglio dei ministri. Così dal primo gennaio del 2023 le mance saranno tassate al 5%, quindi con un’aliquota agevolata. In Francia, la detassazione delle mance pagate digitalmente era già stata annunciata e posta come una misura per attrarre nuovi lavoratori. Ma non solo: secondo Macron si tratta anche di un segnale anti inflazione per i salari dei camerieri. 

tassazione sulle mance

Ma funzionerà in Italia?

A dire la sua è Gabriele Bianchi, il cameriere – imprenditore attivo sui social e riconosciuto come influencer della ristorazione e dell’accoglienza. 

“E’ un segnale positivo, ma non basta: nel campo della ristorazione si può osare molto di più”. Lo afferma convintamente Gabriele Bianchi in risposta alla proposta del ministro Daniela Santanché di ridurre al 5%  sulle mance ai camerieri. “Siamo lontani dal modello americano in cui le mance costituiscono una percentuale significativa dell’introito mensile di un cameriere: per la realtà italiana un abbassamento della tassazione è un segnale positivo perché testimonia la volontà di venire incontro a chi lavora in sala, ma si può fare di più. Ad esempio, proprio perché le mance sono il riconoscimento del buon lavoro dei camerieri, in linea quindi con la volontà di ‘premiare il merito’, si potrebbero detassare completamente quei ricavi.”

“Non sarà comunque certo questa agevolazione a riavvicinare il mondo dei giovani a quello della sala: per avere risultati incisivi in questo comparto – aggiunge Bianchi, che da qualche anno porta avanti il progetto Rivoluzione Sala – serve incentivare meccanismi formativi a supporto degli istituti scolastici, agendo anche su uno svecchiamento di programmi ministeriali non più al passo coi tempi. Occorre incrementare gli stage formativi nelle strutture, alleggerire le aziende e metterle nelle condizioni di assumere più professionisti di sala, che a loro volta garantiscono maggior valore alla ristorazione italiana.

A un primo intervento normativo – conclude Gabriele Bianchi – dovrebbe seguire un cambio di passo nell’approccio generale alle mance, che ci permetta di avvicinare l’Italia ai Paesi anglosassoni in cui la mancia è spontanea e del tutto naturale”.


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