Ziliani C, la cantina dei vini sottili ed eleganti guidata da Chiara Ziliani

Luca Gardini

Luca Gardini

Inutile negarlo. Nonostante il periodo di conclamata difficoltà per tutto il comparto ristorativo e dei settori ad esso collegati (primo fra tutti quello vitivinicolo) la sostanziale tenuta o, nei casi migliori, il lieve aumento riscontrato nei dati delle vendite nel corso del 2021 fa ben sperare – nonostante l’andamento della pandemia – anche per questo inizio di 2022.

Tra i tanti indici confortanti, quelli di vendita degli spumantizzati appaiono ancora più consistentemente al rialzo, segno di una effettiva tenuta del segmento. Tra le varie tipologie, è proprio la Franciacorta che si stacca, evidenziando le crescite più cospicue e facendo registrare addirittura incrementi rispetto al 2021.

Segnale lampante di come, al di là della ricerca costante della migliore qualità possibile – vision che ormai unisce tutti i produttori in un fronte comune – in tutti questi anni si è lavorato molto e bene anche a livello di consolidamento del brand, come confermano i dati di crescita anche a livello di export, altro dato molto confortante.

Chiara Ziliani e la sua cantina in Franciacorta

Tra le novità più intriganti che un movimento ormai di rilevanza internazionale come quello della Franciacorta è riuscito ad esprimere negli ultimi anni, la cantina guidata da Chiara Ziliani è indubbiamente uno delle più eclatanti.

Chiara, che viene da una famiglia di imprenditori di successo nel settore tessile, con interessi quindi lontani anni luce dal settore enoico ed un futuro già scritto come architetto, sceglie coscientemente di mettersi a produrre vini, coinvolgendo nel progetto il padre Evangelista.

ziliani c chiara ziliani

E, come se non bastasse, punta decisamente verso la qualità, senza compromessi. Siamo per la precisione nel comune di Provaglio d’Iseo, cuore pulsante della Franciacorta, a circa 240 metri s.l.m. e 31 ettari totali. Di questi, circa 15 sono vitati, coltivati su una collina di origine morenica che è ragnatela di piccoli appezzamenti terrazzati collegati da stradine e camminamenti, dotati di condizioni geo-morfologiche molto contraddistinte.

Tanto da corrispondere a micro-climi differenti, con utilizzo di cloni vitivinicoli diversificati, un vero toccasana per la produzione enoica di alto livello.

Impianto studiato, qualità e trasparenza

Chiara e il suo staff hanno operato scelte ben precise (e non poteva essere diversamente) già in fase di architettura d’impianto, optando per una spalliera con sesto di 2 metri tra le file e ben 0,7 metri sulla fila, raggiungendo così una fittezza ragguardevole (piuttosto insolita in zona) pari a 7100 piante per ettaro: in tal modo si potrà garantire, attraverso corrette pratiche agronomiche (potatura corta, bassissime concimazioni, accurata gestione della chioma e, all’occorrenza, diradamenti) una bassa produzione per ceppo.

Si tratta di un compromesso indispensabile per produrre un’uva di qualità e quindi un vino eccellente. La forma di allevamento applicata è il micro cordone speronato, costituito da 4/5 speroni monogemma.

In vigna, ormai da anni, l’orientamento è quello della lotta integrata e del minimo interventismo possibile, ma c’è soprattutto una naturale tensione verso la qualità, confermata nella scelta delle etichette dal forte peso, quasi esclusivo, conferito ai millesimati. I vitigni coltivati sono Pinot Nero e Chardonnay per gli spumanti e i bianchi. Protagonisti, invece, Merlot e Cabernet Sauvignon tra i rossi coltivati da invecchiamento.

Ziliani e le sue etichette

Parliamo di un totale di una trentina di etichette, divise in cinque linee.
Chiara è mente eclettica e vivace, cui non difetta né coraggio né la giusta dose di spregiudicatezza di chi nutre ambizioni forti e la volontà di realizzarle. Pertanto la linea, come è possibile immaginare, è in continua fase di aggiornamento.

Le bottiglie prodotte (circa 400 mila l’anno) sono tutte nel solco dell’equilibrio tra finezza della lettura e religioso rispetto del varietale. Vini sottili ed eleganti, ma comunque di densità e tensione, carichi di note agrumate, floreali e officinali e tutti caratterizzati dall’ottima persistenza.

Gli assaggi di Luca Gardini

A seguire le mie tre scelte di etichette nella linea di millesimati di Chiara Ziliani, la Ziliani C.

• Franciacorta DOCG Brut Noir Ziliani C 2017
Pinot Nero in purezza, 36 mesi sui lieviti, uno degli esempi di grande controllo della materia prima e di pulizia di fattura di casa Chiara Ziliani. Al naso mostra sentori di lampone, poi foglia di pepe, con tocchi di eucalipto in chiusura. In bocca è denso e denso, sapido, esaltato da una piacevole acidità. Grande persistenza.

• Franciacorta DOCG Dosaggio Zero Ziliani C 2017
Un dosaggio zero di bellissima finezza ed equilibrio fruttato/officinale. 2/3 Chardonnay e 1/3 Pinot Nero, proveniente da vigneti biologici. Prugna gialla, poi timo cedrino all’olfatto, il sorso è croccante e deciso, salato, di lunga persistenza.

• Franciacorta DOCG Satèn Ziliani C 2017
100% Chardonnay da vigneti a collocati a Provaglio d’Iseo, nel cuore dell’area vitata della cantina Chiara Ziliani. 36 mesi sui lieviti, biancospino e frutta dalla polpa bianca al naso, mela, pera poi tocchi officinali, di alloro. Croccante alla bocca, di bella spalla acida e sapida, e convincente, persistenza di beva.

 

 


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